martedì 6 luglio 2010

Pesaro, "Anche nella nostra provincia happy hour dei musei"


di Davide Rossi *


I musei pubblici nella nostra provincia, come nel resto d’Italia, stentano ad attirare nuovi visitatori, specialmente giovani. La fascia d’età fra i venti e i trent’anni risulta la meno presente. Per questo bisogna pensare a modi nuovi di vivere e conoscere l’istituzione museo. Bisogna percorrere strade non convenzionali per costruire nuove relazioni e nuovi pubblici, ed anche per dare una ragione, a chi ci è già stato una volta, di tornare a visitare il proprio museo cittadino.
In mezzo mondo, da tempo, si cerca di abbassare l’età media dei visitatori e staccare più biglietti d’ingresso dandosi appuntamento al museo per l’aperitivo e anche per ballare. Perché non sperimentarlo anche noi? In giro per la provincia visito spesso musei con grandi potenzialità ma pressoché deserti. Non si tratta di profanare dei “templi laici”, ma accettare il dato di fatto che i giovani non sono attratti dalle modalità tradizionali di fruizione museale. So che qualche purista inorridirà, ma quello che sto proponendo è già realtà da tante parti anche in Italia. Al Guggenheim di Venezia, da due anni, nel mese di maggio c’è l’”Happyspritz”: ingresso a 7 euro per due spritz e visita al museo. A Napoli, il Madre ha lanciato l’”Apemadre”, aperitivo con proiezioni di video o pièce teatrali dal vivo la domenica e il giovedì notte live music. Sembra che funzioni. Questa moda arriva da Londra, dove anche musei come il British e la National Gallery ospitano drink, cinema, musica e performance. Persino il Museo Diocesano di Milano, dal 24 giugno ha fatto partire l’happy hour nel chiostro quattrocentesco.
L’idea è di riunire gli assessori alla cultura dei Comuni della nostra provincia, fare il punto e vedere chi ci sta. L’Amministrazione provinciale può dare una mano e creare una sorta di rete, di sistema. D’altra parte, i Comuni più grandi, ad esempio Fano, in occasione della Notte Bianca dei Musei, organizzano buffet e piccoli concerti con un buon successo. Si tratta di dare organicità e continuità ad un’impostazione del genere, con la consapevolezza che l’arte è una modalità espressiva che deve allargare continuamente i propri confini per rimanere viva.





* Assessore alle Politiche culturali
e Valorizzazione beni storici e artistici
della Provincia di Pesaro e Urbino

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