mercoledì 8 giugno 2011

Festival della felicità, per il 2012 si sogna Vasco


PESARO – Se voleva dare una «dimensione nazionale» al territorio, Matteo Ricci ha fatto centro al primo colpo. L’anno zero del festival della felicità si chiude con la quantità industriale di numeri che il presidente della Provincia, regista dell’evento, snocciola con un largo sorriso in conferenza stampa, nella sala riunioni dell’Alexander Museum. Le idee sono chiare, anche sul futuro: «Abbiamo voluto lanciare una grande sfida culturale. Il festival è un tassello delle politiche che stiamo portando avanti. Con risvolti concreti: prima della pausa estiva porteremo le linee guida del Piano strategico in consiglio provinciale». Il dibattito aperto sul nuovo modello di sviluppo, dunque, presenta collegamenti con le scelte amministrative cruciali per il «benessere» del territorio. Ma allo stesso tempo raggiunge l’intero Paese: «Siamo riusciti a portare in Italia, anche grazie all’autorevolezza dei nostri partner, un dibattito internazionale. Che da noi ha trovato per la prima volta una collocazione, un luogo fisico d’incontro». Secondo punto: «Volevamo accendere i riflettori sulla provincia – dice guardando la rassegna stampa grande come un dizionario - e possiamo dire con certezza che c’è stato un forte impatto mediatico». Cita lo stuolo di quotidiani, settimanali, radio, televisioni, agenzie e siti web che si sono occupati dell’evento. Elenco interminabile: «E’ stato un grande spot per il territorio. Siamo molto soddisfatti. I giornalisti di Roma e Milano che si sono accreditati non sapevano neanche dove fosse Pesaro. E’ la dimostrazione di quanto servisse fare questo festival…». Inevitabile il bis: «Stiamo già lavorando alla seconda edizione, che sarà dal 25 maggio al 3 giugno. Confermiamo il format: eventi diffusi nella provincia su benessere e qualità della vita. Ma le iniziative nazionali saranno concentrate nel primo weekend a Urbino e nel secondo a Pesaro. Nei prossimi giorni avvieremo il comitato scientifico-culturale del festival. Chiederemo al presidente dell’Istat Enrico Giovannini di presiederlo. E vogliamo conferire la presidenza onoraria a Kathleen Kennedy, per ribadire ancora le radici e la paternità ideale della manifestazione». Poi sottolinea: «Calibreremo gli aspetti che vanno migliorati. Coinvolgeremo di più i ragazzi, le scuole, il mondo delle associazioni. Quest’anno c’è stato poco tempo. Ma gli apprezzamenti che riceviamo ci fanno capire che siamo sulla strada giusta». La volontà è quella di rafforzare la vocazione dell’evento, in primis in chiave turistica-culturale. Ringrazia la filiera istituzionale e gli sponsor («Era una bella scommessa e si sono fidati…»), prima di cedere la scena agli altri compagni di viaggio. Simona Ercolani, direttore artistico: «Un’avventura fantastica. Tutti gli ospiti, da Krueger alla Kennedy, sono rimasti sbalorditi da questo territorio così a misura d’uomo. Il prossimo anno, visto il riscontro, ci metteremo ancora più entusiasmo. Cominceremo con una grande iniziativa che coinvolgerà tutti, nel segno dell’armonia e della gioia di vivere qui». Gianfranco Sabbatini, presidente fondazione Carisp: «Il bilancio è più che positivo. Intorno alla comunità si è messo al centro il destino dell’uomo. Sostenere eventi del genere sta nel dna della fondazione. Un successo strepitoso». Riccardo Corbelli, coordinatore filiali Banca dell’Adriatico (sponsor principale, ndr): «Ci ha colpito fin da subito l’intuizione di Ricci. E si è rinnovato il sodalizio con la Provincia, che parte da lontano e ha radici solide nelle azioni a sostegno delle famiglie e delle imprese. Grande amalgama tra sponsor e istituzioni. Il festival ha una connotazione globale, pur partendo dalla dimensione locale: caratteristiche che si ritrovano nella vocazione della banca». E mentre Ricci già sogna Vasco Rossi per il 2012, il padrone di casa, il conte Alessandro Marcucci Pinoli, si toglie, anche materialmente, qualche sassolino dalle scarpe: «Le critiche? Sono anni che sponsorizzo la cultura a Pesaro. Come me, anche tanti altri privati hanno sostenuto l’idea. Chi contesta non capisce il “moltiplicatore sinergico” e il rapporto tra investimenti e ritorni…».

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