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giovedì 10 marzo 2011
DisUguali. Donne, diritti, violenza negli anni zero. Conversazioni, film e un’esposizione per parlare di donne nel 150esimo dell’unità d'Italia
DisUguali. Donne, diritti, violenza negli anni zero è un ciclo di conversazioni e proiezioni di film documentari, accompagnato da una mostra di illustrazioni sul tema.
Sono riflessioni a più voci sul mondo femminile con testimoni, operatori, scrittori e specialisti.
Persone che si sono occupate, si occupano o hanno avuto esperienza della violenza nelle sue diverse pieghe. Gli argomenti sono affrontati legandoli a tematiche concrete, in una declinazione plurale che dia prospettive differenti rispetto al tradizionale discorso culturale patriarcale sulla violenza contro le donne, sul lavoro, la sessualità, la spiritualità, la memoria e l’identità. Perché le donne restano, nel bene e nel male, disuguali, simili agli uomini, non del tutto diverse, ma non uguali.
Gli argomenti sono di attualità. Un’indagine ISTAT del 2006, rileva che il 31,9% delle donne che vivono in Italia ha subito violenza, e la violenza in famiglia resta la prima causa di morte non accidentale delle donne tra i 16 e i 44 anni. La media della nostra regione supera quella nazionale.
Nelle Marche, infatti, il 34,4 per cento delle donne dichiara di aver subito violenza fisica o sessuale e il 16,4 % ha subito abusi all’interno delle mura domestiche.
Non tacere di fronte a queste cifre è necessario. Per questo DisUguali è stato ideato e coordinato dall’associazione LiberaMente (Villanova di Montemaggiore – PU) come un progetto “in tour”, come per i musicisti che condividono il palco con artisti diversi, incontrano situazioni differenti, un pubblico diverso. Un’occasione per scambiarsi idee ed esperienze diverse, a volte estreme, a volte banali, ma tutte importanti.
Sette sono i comuni che ne ospitano le tappe: Barchi, Fermignano, Isola del Piano, Montemaggiore al Metauro, Orciano di Pesaro, Saltara, San Giorgio di Pesaro.
La disperazione delle donne che subiscono violenza fisica e psicologica, e la capacità di rinascere è testimoniata da Beatrice Lilli (operatrice, Punto ascolto donne di Spoleto) e analizzata da Simona Cardinaletti (Casa rifugio Zefiro, Ancona), là dove Cristiano Maria Bellei (antropologo, Università di Urbino), lega fili sottili fra il mito e gli spazi odierni nei quali la violenza trova ancora giustificazione, mentre Eleonora Cionna (amministrazione penitenziaria AN-PU) focalizza l’attenzione su chi sconta la pena per reati di violenza di genere. Gabriela Guerra e Francesca Santarelli (Centro antiviolenza di Pesaro) illustrano i servizi di sostegno alle vittime di violenza.
Il difficile rapporto con la spiritualità e la fede sono visti con gli occhi di Alina Marazzi (regista) e le parole di Emanuela Provera (scrittrice), nel seno della confessione cattolica, mentre Anna Vanzan (antropologa, IULM, Milano) insieme a Mounya Allali (operatrice culturale), ci aprono le porte del mondo islamico, anch’esso costellato di donne che chiedono e lottano per libertà e diritti.
La cinepresa di Silvia Ferreri (regista) scruta le donne che non lavorano e non fanno figli nell’Italia degli anni zero, paese di vecchi, a bassa natalità con il 46% di donne occupate sul totale delle donne in età attiva e Alessandra Vincenti (sociologa, Università di Bergamo) e Monia Andreani (filosofa, Università di Perugia), ne analizzano il significato sociale.
Barbara Spinelli (giurista, Giuristi Democratici) e Domenico Sivilli (sociologo, Università di Urbino) riflettono sulla nascita di un nuovo concetto a livello planetario, il femminicidio, mentre Katia Bellillo (ex ministro pari opportunità) utilizza le conferenze internazionali dell’ONU per delineare una nuova coscienza identitaria che necessità nuove politiche, affrontate insieme a Daniela Ciaroni (assessore pari opportunità della Provincia di Pesaro e Urbino), Simona Ricci (sindacalista CGIL) e Sauro Rossi (sindacalista CISL).
Indira Ludak Begic e Azra Ibrahimovic, due giovani testimoni della guerra nell’ex Jugoslavia, protagoniste del documentario di Andrea Laquidara Il tempo di guardare. Il tempo di vedere, dibattono, insieme a Giovanna Errede (Cantiere Srebrenica), Daniele Onofri (Ministero affari esteri, Sarajevo) e Alfonso Botti (storico, Università di Modena) dibattono sulla guerra e le donne.
Le centocinquanta candeline che spegne, quest’anno, il nostro paese, sono ricordate nel racconto di Carla Marcellini (Istit. Storia Marche ‘900, Ancona) e Barbara Montesi (storica, Università di Arezzo), per conoscere o non dimenticare i complicati mondi di quante hanno partecipato al movimento delle donne.
Laura Boldrini (portavoce Alto commissariato ONU per i rifugiati) e Luigi Alfieri (filosofo, Università di Urbino) completano il quadro discutendo dei diritti delle donne.
L’esposizione DisUguali. Donne, diritti, violenza ripercorre le tappe fondamentali del cammino dei diritti di genere attraverso immagini e parole. È realizzata da illustratrici professioniste con tavole originali: Marta Anderle, Cinzia Battistel, Simona Bursi, Mara Cerri, Flavia De Carli, Noemi Gambini, Rebecca Lisotta, Claudia Muratori, Sara Ninfali, Barbara Orciari, Emanuela Orciari, Nadia Pacino, Mirka Perseghetti, Serena Riglietti, Alessandra Roberti, Agnese Tomasetti, Assunta Toti Buratti, Luisa Zancanella. E verrà presentata a Orciano, Isola del Piano, Saltara.
Come in un tour, tante sono le forze necessarie a realizzarlo. DisUguali ha il sostegno economico di: CaRiFano, Assemblea legislativa delle Marche, Comuni di Barchi, Fermignano, Isola del Piano, Montemaggiore, Orciano, Saltara, San Giorgio, Ambiti sociali 6 e 7, CISL scuola e CGIL di Pesaro, cooperativa sociale Labirinto; la collaborazione e l’adesione di tante associazioni culturali: La Ginestra (Urbino), Res Publica (Fano), Accademia delle arti “N. Betti” (Orciano), Circolo Ricreativo AUSER (Orciano di Pesaro), Lutva (Orciano), MRS (Fano), Consulta per la laicità delle Istituzioni (Pesaro), Le Manine. Compagnia di Piacere (Isola del Piano), Harissa e Fragole (Barchi); i patrocini; Assemblea Legislativa delle Marche, Provincia di Pesaro e Urbino, Istituto Storia Marche del ‘900 di Ancona, Fondazione Romolo Murri di Urbino.
Info: www.associazione-liberamente.it
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